Cioni Mario di Gaspare fu Giulia

testo di Roberto Benigni e Giuseppe Bertolucci
con Bobo Rondelli
aiutato nella regia da Alessandro Benvenuti
con la collaborazione di Gianni Clemente
prodotto da Benvenuti s.r.l. e Armunia Costa degli Etruschi



Una sedia e una lampadina, tutto il resto è Cioni.
Torna, dopo trent'anni, "Cioni Mario di Gaspare fu Giulia", il monologo teatrale che interpretò un giovanissimo Roberto Benigni. Da questo stesso testo, qualche anno dopo, Giuseppe Bertolucci trasse il film "Berlinguer ti voglio bene", protagonista ancora una volta l'irriverente comico toscano. A dar voce al dirompente personaggio in questa nuova versione teatrale il cantautore Bobo Rondelli.
Su una pedana vuota e sotto il filo di luce di una lampadina, con la camicia fuori dai pantaloni, con le mani rigorosamente in tasca, come tutti i ragazzi tristi e timidi, Rondelli interpreta un nuovo Cioni che, come il primo, fa ancora ridere, ma anche piangere. Il testo racconta la domenica di un ragazzo solitario, nei pressi di Prato: i suoi problemi con il padre e con la madre, che non c'è più; la casa del popolo; i fascisti; gli incubi omosessuali; l'incontro con una prostituta; il ruminio sulla pronuncia del nome Berlinguer. E l'autenticità del personaggio, come ribadisce Benvenuti, è il valore che si dovrebbe sempre tener presente, soprattutto in questi tempi in cui l'unica cosa essenziale sembra essere l'apparenza.

Bobo Rondelli, personaggio eclettico, musicista, cantante e autore di testi con gli Ottavo Padiglione, poi solista e ancora in compagnia di Stefano Bollani, attore teatrale e cinematografico. Lavora con Roberta Torre in "Sud Side Story", film che ha avuto grande riscontro al Festival di Venezia e che ha ricevuto numerosi premi al festival di Berlino. Recita anche con Alessandro Paci nel film "Andata e Ritorno", di cui realizza la colonna sonora.
Sul Corriere della Sera Mario Luzzato Fegiz scrive di lui: "Folgora la follia scenica e creativa del livornese Bobo Rondelli, con bagliori alla Tom Waits sul piano vocale e di scrittura e una capacità scenica e recitativa a tinte forti".
E sulla Repubblica Flavio Paloscia commenta: "Un comico spaventato guerriero del pop...con la voce sempre più scura, tenebrosa e matura… che sembra finalmente trovare lo spazio adatto alla sua poesia".
Bobo Rondelli è difficilmente rappresentabile tra le righe di una biografia, probabilmente la semplice scansione temporale degli eventi non riesce a rendere l'idea del suo strano carattere. Sempre a metà tra il socievole e il diffidente, tendente a schivare riconoscimenti e tributi formali o accademici e sempre malato di quel sano egocentrismo da mattatore, Rondelli sembra non trovare mai pace, specialmente quando, in un teatro come in un'osteria, sente attorno a sé la gente giusta, come ama chiamarla lui.

Cortile della Pinacoteca 26 luglio ore 22:30