THE PRISON, FROM PENAL INSTITUTE TO CULTURAL PLACE – incontro
THE PRISON, FROM PENAL INSTITUTE TO CULTURAL PLACE
In questa edizione la Fortezza si fa crocevia europeo, ospitando The prison, from penal institute to cultural place, meeting internazionale di chiusura del Progetto Europeo PICP di cui Carte Blanche – Centro Teatro e Carcere di Volterra è capofila con i partner Fondazione Michelucci – Firenze, Théâtre de l’Opprimé – Parigi , aufBruch Kunst Gefängnis Stadt – Berlino, London Shakespeare Workout – Londra. Una tappa di chiusura che sarà occasione per presentare il manifesto “Pratiche di Utopia concreta” con una discussione pubblica delle buone pratiche del teatro in carcere: rapporti istituzionali, dinamiche e vincoli legislativi, metodologia di lavoro e relazione con il contesto sociale e la comunità artistica di riferimento. Da oltre un decennio l’associazione Carte Blanche punta infatti con forza sulla progettazione europea e sui rapporti di partenariato internazionale, coltivando l’irripetibilità dell’esperienza artistica della Compagnia della Fortezza come del Festival VolterraTeatro, preservandone le urgenze peculiari che ne hanno nutrito la nascita, ma rifiutando con altrettanta intransigenza il principio perverso dell’autosufficienza culturale; dialogando, quindi, con l’avanguardia artistica internazionale, studiando, e facendo scuola alle grandi strutture produttive europee; contribuendo, così, in maniera decisiva, e proprio in forza della sua eccezionalità, alla definizione di un modello organizzativo condiviso e trasferibile, facendosi insomma portavoce e traino della necessità di mettere a punto un piano di buone pratiche.
nell’ambito del meeting
Alberto Magnaghi
UN’IDEA DI LIBERTÀ
Alberto Magnaghi, Urbanista, Professore Emerito dell’Università degli Studi di Firenze (Dipartimento di Architettura) presenta il suo ultimo volume Un’idea di libertà. San Vittore ’79 – Rebibbia ’82, pubblicato da Derive e Approdi nel 2014.
Aberto Magnaghi fu tra i fondatori di Potere operaio. Dopo lo scioglimento del gruppo, nel 1973, abbandonò la militanza politica attiva e si dedicò alla ricerca e all’insegnamento universitario divenendo direttore del Dipartimento di Scienze del Territorio della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Il 21 dicembre 1979 si ritrovò inaspettatamente arrestato nel quadro dell’inchiesta giudiziaria cosiddetta «7 aprile» contro l’Autonomia operaia. Scontò così tre anni di carcerazione preventiva. E fu durante quella carcerazione che scrisse questo libro: Un’idea di libertà.
Un diario della sua esperienza quotidiana dello spazio-tempo coatto del carcere. Ma – come sottolinearono lo scrittore Antonio Porta e il critico Mario Spinella – questo testo è soprattutto un’opera di straordinaria levatura letteraria. E, proprio per questo, capace di trascendere il tempo e il contesto in cui è stata scritta. In ciò risiede la sua straordinaria attualità di critica della supposta funzione sociale di rieducazione e risocializzazione dell’istituzione carceraria. I racconti apparentemente «minimali» di Magnaghi (ad esempio, l’autocostruzione di un tavolino con lattine di birra vuote, di mensole con pacchetti di cartone della pasta o di un aliante con materiali vari di riuso) sono esemplificazioni delle strategie di resistenza che il prigioniero mette in atto contro l’annientamento psicofisico del biopotere carcerario, descritto con sintetica lucidità nelle sue funzioni di macchina che alterna ottusità brutale e violenta a raffinatezza del controllo scientifico sui corpi. Con disegni dell’autore.
20 luglio 2015 ore 16.30
Fortezza Medicea – Volterra
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