[…] Come è accaduto a VolterraTeatro dove da decenni Punzo ha creato uno spazio franco che s’emancipa dal “tempo morto” del carcere e dove i giovani di ArchivioZeta, ispirandosi a Maria Lai che negli anni Sessanta in Barbagia legò con stoffe colorate le porte di Ulassai dilaniato dalle faide, hanno condotto l’happening urbano “La Ferita”. Una striscia di stoffa rossa continua e in più punti annodata da performer e cittadini attivi ha ripercosso la ferita segnata dalle frane che hanno distrutto alcuni tratti delle mura di Volterra. Con il nostro radio-walkshow siamo scorsi, come sangue vivo, nella ferita, confrontandoci (quando non s’interferiva con la performance) con i vari walking-talking heads, tra cui diversi esponenti di retecritica, sul valore dello sguardo partecipativo, o meglio ancora sodale: quello che colma, che attiva empatia, che fa uscire fuori di sè per incontrare l’altro. Un’empatia che trova poi luogo la sera, dopo tutti gli spettacoli, a giochi fatti, presso lo spazio de Le Ariette dove la condivisione si esplicita con il cibo, il vino e splendide conversazioni (come quella con Agostino Riitano che con Officinae Efesti ha lanciato il progetto di crowdfunding a sostegno di Volterra #crowdesire). […]
[…] Come è accaduto a VolterraTeatro dove da decenni Punzo ha creato uno spazio franco che s’emancipa dal “tempo morto” del carcere e dove i giovani di ArchivioZeta, ispirandosi a Maria Lai che negli anni Sessanta in Barbagia legò con stoffe colorate le porte di Ulassai dilaniato dalle faide, hanno condotto l’happening urbano “La Ferita”. Una striscia di stoffa rossa continua e in più punti annodata da performer e cittadini attivi ha ripercosso la ferita segnata dalle frane che hanno distrutto alcuni tratti delle mura di Volterra. Con il nostro radio-walkshow siamo scorsi, come sangue vivo, nella ferita, confrontandoci (quando non s’interferiva con la performance) con i vari walking-talking heads, tra cui diversi esponenti di retecritica, sul valore dello sguardo partecipativo, o meglio ancora sodale: quello che colma, che attiva empatia, che fa uscire fuori di sè per incontrare l’altro. Un’empatia che trova poi luogo la sera, dopo tutti gli spettacoli, a giochi fatti, presso lo spazio de Le Ariette dove la condivisione si esplicita con il cibo, il vino e splendide conversazioni (come quella con Agostino Riitano che con Officinae Efesti ha lanciato il progetto di crowdfunding a sostegno di Volterra #crowdesire). […]