#Crowdesire: mille luci, un desiderio per Volterra
#Crowdesire nasce dalla fusione di crowd(gente) e di desire(desiderio), desiderio condiviso, ovvero condividere desideri con la semplicità armonica dell’origine. Nella luce intensa di centinaia di lanterne, che volano in alto nel cielo di Volterra, attraverso il rito del Khom loy, c’è tutto il desiderio di prendersi cura di un pezzo della città e di se stessi, tutta la speranza di un popolo che vuole ricostruirsi in quanto comunità e insieme risanare la ferita della sua terra. Sarà questo rito del lancio delle lanterne alle ore 22.00 del 25 luglio dal luogo della Ferita (Piazzetta dei Fornelli), a inaugurare la grande campagna di crowdfunding che accompagna l’intero progetto “La Ferita” intorno al quale ruota la ventottesima edizione del Festival VolterraTeatro: i presenti che affideranno simbolicamente al cielo un desiderio per Volterra, potranno partecipare con un contributo economico alla ricostruzione di quel pezzo di città franato il 30 gennaio 2014 e registrare un brevissimo video da diffondere sul web per estendere l’appello e la rete di solidarietà dalla piazza all’etere, dalla comunità reale a quella virtuale. Già da qualche giorno circolano in rete, sul gruppo facebook #crowdesire #laferita #VolterraTeatro, le prime video-interviste che vedono protagonisti alcuni cittadini volterrani che raccontano la propria “ferita”, il significato che ha assunto quel crollo, invitando altra gente a contribuire alla raccolta fondi e a registrare a propria volta un video.
Come oggetto del progetto di raccolta è stato scelto nello specifico il “muretto” di Via Lungo le Mura, in quanto simbolo della vita sociale e del fermento artistico del luogo.
Dalle ore 12.00 del 25 luglio Officinae Efesti, la compagnia ideatrice e responsabile del progetto, sarà in Piazza dei Priori, all’info point la Ferita, per cominciare la distribuzione delle lanterne e avviare la raccolta fondi che proseguirà per tutto il fine settimana e andrà avanti sul web anche dopo la conclusione del festival.
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[…] Come è accaduto a VolterraTeatro dove da decenni Punzo ha creato uno spazio franco che s’emancipa dal “tempo morto” del carcere e dove i giovani di ArchivioZeta, ispirandosi a Maria Lai che negli anni Sessanta in Barbagia legò con stoffe colorate le porte di Ulassai dilaniato dalle faide, hanno condotto l’happening urbano “La Ferita”. Una striscia di stoffa rossa continua e in più punti annodata da performer e cittadini attivi ha ripercosso la ferita segnata dalle frane che hanno distrutto alcuni tratti delle mura di Volterra. Con il nostro radio-walkshow siamo scorsi, come sangue vivo, nella ferita, confrontandoci (quando non s’interferiva con la performance) con i vari walking-talking heads, tra cui diversi esponenti di retecritica, sul valore dello sguardo partecipativo, o meglio ancora sodale: quello che colma, che attiva empatia, che fa uscire fuori di sè per incontrare l’altro. Un’empatia che trova poi luogo la sera, dopo tutti gli spettacoli, a giochi fatti, presso lo spazio de Le Ariette dove la condivisione si esplicita con il cibo, il vino e splendide conversazioni (come quella con Agostino Riitano che con Officinae Efesti ha lanciato il progetto di crowdfunding a sostegno di Volterra #crowdesire). […]